Fondato nel 1964, lo studio di architettura Beretta Associati (Gianmaria e Roberto) è il perfetto erede del grande professionismo milanese che fece scuola, nell’architettura italiana, dagli anni ’30 agli anni ’60 del secolo passato apportando a Milano una ventata di bellezza frutto di una colta e misurata modernità. Tra i tanti suoi interpreti vale la pena citare, a mo’ di esempio, Piero Portaluppi, Gio Ponti, Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni, Melchiorre Bega, Luigi Figini e Gino Pollini, i BBPR, Luigi Caccia Dominioni, Luigi Mattioni, fino ad arrivare alla generazione dei Magistretti e dei Mangiarotti. Non per nulla tracce del linguaggio di questi valenti progettisti si trovano radunati e ben rielaborati in uno dei più recenti interventi dello Studio: Torre Milano, uno slanciato grattacielo di 86 metri in piazza Carbonari, ai margini del quartiere giardino della Maggiolina, nella zona nord-orientale della metropoli lombarda, proprio a tu per tu con un bell’edificio di Caccia Dominioni. Con le sue forme razionaliste, i volumi lineari, il dialogo continuo, ritmico tra vuoti e pieni a creare una sorta di loggiato verticale, la torre, più che a Caccia Dominioni, fa però riferimento, come spiegano gli architetti, “alle architetture ormai classiche dei grattacieli di Milano, soprattutto a quelli progettati dal grande Luigi Mattioni, che ci ha regalato capolavori come la Torre Breda, la Torre Turati e la Terrazza Martini”.
Il volume alto – 24 piani, ciascuno intitolato a un parco di Milano – è pensato come l’elemento caratterizzante di un complesso che si compone anche di un giardino condominiale e di due altri corpi di fabbrica disegnati con l’intento di generare un’interazione-integrazione con gli edifici circostanti. Il primo a nord, osservano i progettisti, “ha tre piani e si collega alla disposizione a pettine degli edifici prospicienti via Belgirate; il secondo, a sud, di due piani completa la cortina esistente di via Stresa congiungendosi mediante un giardino al verde di piazza Carbonari. Rispetto all’area di 4.900 metri quadrati occupata dal precedente stabile, Torre Milano occupa una superficie di 1.130 metri quadrati liberando 3.308 metri quadrati destinati a parco con piante di ciliegi da fiore e panchine, un’area per i più piccoli con giochi, un’area a prato e un bocciodromo”.
L’architettura della torre è variegata. Domina, percettivamente, la facciata a sud, rivolta verso il centro della città in asse con il nuovissimo quartiere dei grattacieli, il Palazzo della Regione e quelli di Isola-Porta Nuova: snella e longilinea, è connotata da una griglia di ampie logge. A settentrione l’edificio presenta un corpo più ampio, che comunica un senso di maggiore pesantezza, detto nel significato positivo che a questo termine dava Ettore Sottsass, mentre sul lato ovest si caratterizza per quattro volumi aggettanti dove sono albergate le cucine di alcuni degli 88 appartamenti dell’immobile. Dicono gli architetti: “Una soluzione che può apparire bizzarra, ma che ci piace e rende la torre particolare”. A completare il complesso ci sono palestra e piscina per allenarsi sotto casa, un’area di coworking per coniugare vita e lavoro, la sala feste con tanto di ampia terrazza su via Belgirate, il belvedere al 24° piano e un parcheggio interrato con box-auto.
Grande è l’attenzione dedicata al tema dell’ecosostenibilità. A cominciare dalle facciate ventilate: 7.500 metri quadrati vestiti con le grandi lastre della collezione Stontech/4.0 (120x280cm, 6mm di spessore) effetto pietra naturale di Florim, riproposte nella hall e nei corridoi per delineare un raffinato continuum estetico tra esterni e interni. A tal proposito dicono i progettisti: “Fin da subito c’è stata la volontà di utilizzare come materiale il grès porcellanato di ridotto spessore per realizzare la facciata ventilata, necessaria sia per questioni architettoniche sia per garantire le necessarie caratteristiche tecniche all’involucro dell’edificio. Dopo aver valutato diverse alternative ci siamo orientati, insieme alla committenza, sul rivestimento Stontech/4.0 di Florim, soluzione in grado di rispondere alle esigenze estetiche, alle caratteristiche tecniche e in linea con il budget di progetto”.
Per la piscina e le aree contigue sono state invece utilizzate, sempre di Florim, le lastre Walks White e Airtech Stockholm. Gli interni degli appartamenti sono valorizzati grazie all’effetto marmo delle lastre king-size I Classici Calacatta Gold di Florim poste a rivestimento nella zona giorno. Le pavimentazioni dei bagni, infine, si qualificano per l’efficace effetto cemento della collezione Florim Maps Light Gray.
Non mancano, a completare il quadro di questa importante architettura milanese, altri particolari che ne fanno un esempio virtuoso di progettazione sostenibile: il suo rendimento energetico certificato in classe A, la parziale autonomia energetica ottenuta per mezzo di 190 pannelli fotovoltaici installati sul tetto per una potenza di 68,4 KW, e la vasca da 15 metri cubi che raccoglie l’acqua piovana destinata all’irrigazione.