L’indirizzo è prestigioso: via della Spiga 26, nel cuore del Quadrilatero della moda milanese. Qui si trovava Palazzo Pertusati, sontuosa residenza settecentesca andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e ‘sostituita’ negli anni ’50 da un austero edificio, che ne aveva cancellato fasti e memoria.
“È da lì che abbiamo voluto partire: si trattava di ridare lustro alla storia e rendere omaggio al passato neoclassico di questo angolo di Milano”. Con queste parole l’architetto Alessandro Scandurra ha riassunto il progetto di rigenerazione urbana di quasi 10.000 metri quadrati con l’intento di restituire identità e qualità architettonica a un immobile “ormai appesantito dal tempo. L’idea era valorizzarne il contesto, trasformando un edificio ‘spento’ e chiuso in sé stesso, in un luogo aperto e flessibile, capace di ricollegarsi ai flussi vitali della capitale lombarda”, ha chiarito l’architetto, da sempre attento alla storia dei luoghi e al dialogo fra epoche diverse.
Così 18 nuove vetrine si aprono oggi lungo i 65 metri della facciata che dà su via della Spiga: qui un rivestimento, dalla texture cangiante, dà nuovo smalto a tutto l’edificio, ricreando quel tratto aristocratico della villa neoclassica andata perduta. “Uno dei punti di partenza erano i drappeggi scolpiti sulle vesti delle Cariatidi che ne abbellivano il fronte principale”, ha rivelato Scandurra, che insieme al suo team ha scavato nella storia del palazzo, ritrovando anche alcune preziose foto d’epoca, a cui ispirarsi per ricreare l’effetto-tessuto della nuova facciata. Insomma, un tributo al mondo della moda, ma anche all’artigianalità, al ‘savoir faire’ delle più celebri maison internazionali che qui hanno trovato casa. Con affaccio diretto su via della Spiga, infatti, i nuovi spazi ospitano i flagship di Moschino, Sergio Rossi, Borsalino – solo per citarne alcuni – mentre più di 7.000 metri quadrati sono stati occupati dal nuovo headquarter di Kering, gruppo francese del lusso (tra i diversi brand, Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta) che ha scelto Milano come importante base strategica di sviluppo.
Ma l’analisi del contesto storico diventa il segno distintivo del progetto anche nella grande corte interna, dove il volume originale è stato alleggerito e ‘frantumato’ in piani sfasati e ampi terrazzamenti. Ha spiegato il progettista: “Come per la facciata, anche in questa area abbiamo voluto ricreare un legame forte con la storia, disegnando ad hoc per Cotto d’Este un elegante pavimento ceramico che, nel pattern ‘a spiga’ e nella colorazione soft e calibrata, rappresenta un forte richiamo all’identità dell’edificio”. Oltre 2.000 mq di prodotto sono stati forniti dall’azienda ceramica per realizzare queste coperture.
Infine, sul fronte di via Senato (“qui l’antica villa aveva il suo affaccio monumentale sull’ormai interrata Cerchia dei Navigli con un piccolo giardino pieds dans l’eau”, spiega Scandurra), l’intervento è stato di tipo conservativo ma sempre giocato su scelte materiche e cromatiche (vetrate bronzee ed elementi più chiari) che alleggeriscono l’originario volume, rinnovandone l’immagine. Inoltre, la piantumazione di nuove essenze nel garden, “ricrea quello storico sistema verde cittadino, pensato dal Piermarini alla fine del Settecento, che proprio da qui partiva, lungo via Marina, per raggiungere i Giardini Pubblici di Porta Venezia” ha concluso l’architetto Scandurra.