Progetti
Dormire insieme agli aerei
Federica Andreini
RSP Architects
PIEMME INDUSTRIE
Tile X Design
2018
Cosa viene in mente appena si nomina Minneapolis? Se la domanda fosse stata posta prima del 28 maggio 2020 in molti avrebbero risposto Prince, il Mississippi, Mark Twain, i laghi, ma dopo quella data purtroppo viene tristemente legata anche alla nascita del movimento Black Lives Matter. Minneapolis è nata già nel nome con una promessa di integrazione e fusione di culture: in lingua Dakota mni significa acqua e polis dal greco, città. Sì è la città dell’acqua, perché nell’hinterland delle Twin Cities (di cui fa parte la capitale dello stato del Minnesota, Saint Paul) ci sono venti laghi, il fiume Mississippi, che tutti ricordiamo come ambientazione e protagonista del romanzo di Mark Twain, le avventure di Huckleberry Finn, diversi torrenti e cascate che sono collegati da un sistema di parchi. È anche la città di Prince, dell’arte e dei mulini, che l’ha resa ricca e famosa nel mondo fino al 1932 per la produzione di grano.
MSP: aerotropoli o semplice hub di passaggio?
“Airports will shape business location and urban development in the 21st century as much as highways did in the 20th century, railroads in the 19th and seaports in the 18th” scrisse John D. Kasarda, direttore del centro Air Commerce all’università del Nord Carolina, presidente e CEO dell’Aerotropolis Business Concepts LLC, presidente dell’Aetropolis Institute China e direttore di Logistics. Negli anni duemila Kasarda ha inoltre ripreso e implementato il termine aerotropoli, usato per la prima volta da Nicholas DeSantis, artista newyorkese che per primo immaginò un aeroporto costruito su un grattacielo in un suo disegno. Era sul numero di novembre del 1939 della rivista Popular Science, per indicare quegli sviluppi di ridefinizione territoriale che andavano e vanno delineandosi attraverso la presenza degli aeroporti nelle vicinanze delle città. L’area circostante il Saint Paul Airport, di cui fa parte l’Intercontinental Luxury Hotel, non disattende questa nuova visione delle aree che a livello mondiale stanno cambiando il loro volto. Se si ha l’occasione di andare sul sito del MSP sono diversi i riferimenti e i documenti presenti riguardanti il ROI che genera l’aeroporto di Minneapolis: questi nuovi sviluppi edilizi diventano delle vere e proprie entità economiche che somigliano a delle municipalità, vengono gestite come tali e dialogano con le realtà che le attorniano e quelle che ospitano, quando si tratta di accogliere un pubblico di passeggeri internazionale. Per dare un’idea dell’ordine di grandezza del volume economico prodotto, basti pensare che nel 2019 il traffico di questo aeroporto era di più di 39 milioni di passeggeri, che nel momento in cui sbarcano o si imbarcano possono diventare clienti di tutte le realtà commerciali presenti nell’area aeroportuale e la stima di spesa annuale è di circa 2,5 miliardi di dollari, di cui quasi uno viene versato in tasse, locali e federali.
Lo sapeva molto bene la Graves Hospitality, il co-developer del progetto insieme all’Intercontinetal Real Estate Corporation, che ha consultato l’elenco di Fortune delle 500 aziende che hanno un interesse diretto con Minneapolis e che viaggiano sull’aeroporto di Saint Paul: infatti per i servizi offerti e per le caratteristiche funzionali, l’hotel si configura come una struttura che accoglie per la maggior parte (si stima il 70%) ospiti business, con esigenze ben precise e diverse da un pubblico vacanziero.
Lo skyway: la chiave di volta del progetto
Cos’è che rende unico questo hotel? Perché ha vinto il premio Finance & Commerce Top Project e il MREJ Awards, nella categoria Hospitality entrambi nel 2018? Il motivo è che il viaggiatore può scendere direttamente dall’aereo ed entrare in albergo. Tutto questo rispettando i canoni di sicurezza e i protocolli previsti dalla Federal Aviation Administration e dalla Metropolitan Airport Commission. Per questo lo studio di architettura RSP Architects ha coinvolto la Dormakaba Group, che ha fornito la tecnologia di base che accompagna i viaggiatori in entrata e in uscita, con un percorso segnato da una serie di porte scorrevoli che si chiudono alle spalle di chi le percorre, impedendo flussi di passeggeri non consentiti dai protocolli di sicurezza dei checkpoint aeroportuali. A questo si aggiunge l’insonorizzazione totale dell’edificio, anche se una delle sue caratteristiche peculiari è la facciata vetrata ondulata che ricorda il movimento ondoso dell’acqua, tanto cara agli abitanti del Midwest, che di notte si illumina di blu. Quindi in qualsiasi punto dell’hotel ci si trovi, sia in riunione in una delle meeting room, in camera da letto, nella ballroom o nella lobby bevendo un the caldo nel Cafè, non si sentono gli aerei decollare o atterrare. Ci sono alcune foto che ritraggono delle bellissime vasche da bagno con vista sulle piste di decollo: mentre ci si può rilassare dopo un lungo viaggio o una giornata di lavoro, si può godere dello spettacolo dei velivoli in totale silenzio, circondati dalla collezione Purestone di Piemme che richiama le nuances e le textures delle pietre che si trovano nei letti dei fiumi e dei laghi. I colori piombo e grigio insieme alla finitura a battiscopa della collezione incorniciano la sala da bagno. La stessa collezione è presente nei rivestimenti delle docce: 300 sale da bagno per un totale di 5000 mq, una bella presenza italiana in una realtà fortemente legata alle proprie tradizioni.
La domanda a cui risponde il progetto
InterContinental Minneapolis-Saint Paul Airport è l’unico hotel direttamente connesso con il Terminal 1 dell’aereoporto: lo si può raggiungere, quindi, senza uscire dall’aeroporto. Si inserisce in un trend americano consolidato di cui fanno parte altri aeroporti tra cui Houston’s George Bush Intercontinental Airport, il Boston Logan International Airport, il Philadelphia International Airport, il Chicago O’Hare International Airport, il Denver International Airport, il Dallas/Fort Worth International Airport, il Detroit Wayne Country International Airport, l’Orlando International Airport e il Miami International Airport. L’Impact Economic Study dell’MSP riporta l’inserimento dell’hotel come un elemento strategico nel calcolo del ritorno economico degli investimenti fatti per implementare l’aeroporto di Saint Paul.
Progetti come l’Intercontinental Minneapolis hotel obbligano a ripensare allo stile di viaggio, il perché si viaggia e in che modo sono pensati gli spazi funzionali agli spostamenti dei viaggiatori, attribuendo un valore e una destinazione d’uso ad ogni zona presente per ogni passeggero in transito.
grès porcellanato
Grigio, Piombo
30x60 cm