“Architettura e cibo sono due riconosciute eccellenze italiane”, sottolinea Nicodemo Albanese, che nel 2014 con Claudia De Candia e Rosella Grassi ha fondato lo studio GAD. “Finita l’università, ci siamo guardati intorno: l’architettura legata al cibo ci è sembrato il settore giusto in cui investire energie e risorse umane”.

Un’intuizione vincente, confermata l’anno dopo dal successo dell’Expo sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. L’attenzione alla nutrizione e agli chef stellati era in crescita. Nel 2019 l’Eco della Stampa riferisce che in quell’anno stampa, web, televisione e radio hanno parlato più di cibo che di politica: dall’analisi su 350.000 fonti risulta che se ne sono occupati 1,37 milioni di volte.

“Ora la figura dello chef come personaggio si sta ridimensionando, ma sono molte le persone che, nel differenziare i propri investimenti, puntano sulla ristorazione. I nostri progetti agiscono a 360 gradi, non si limitano al cibo: riferimenti a luoghi, tradizioni, riti, modalità di cucinare e servire il cibo, sensazioni ed emozioni sono ingredienti indispensabili per poter costruire locali capaci di raccontare storie”.

Il progetto di questa churrascheria commissionata dai giovani soci del Gruppo Omnia nasce dopo la loro richiesta del restyling del primo Carnesa, a Porto Rotondo in Sardegna.

“Il valore di quel ristorante sta nella sua perfetta localizzazione: sono solo spazi nella natura ben riconoscibile della collina alle porte del paese. Qui invece siamo in città (Roma), ma abbiamo il privilegio dei terrazzi, uno al primo piano con i brise-soleil, l’altro a piano terra dove le piante sudamericane del giardino creano un link con il Brasile e con il verde che ingloba il locale sardo. Sono tanti i romani che passano le vacanze sull’isola e qui si sentono in un’oasi verde di pace con il retrogusto vacanziero”.

L’edificio si sviluppa su due piani collegati da una scala in rovere naturale, segnalata dalla vineria a tutta altezza, volutamente grezza e ben riconoscibile. La terrazza d’ingresso rivestita in gres porcellanato della collezione “Ardesia Mix” di Coem, nelle tinte cenere e avorio mixate in vari formati rettangolari, è il punto di partenza della “passatoia” ceramica (della medesima collezione) posata a lisca di pesce che, superata la scala, sale sulla parete di fondo innescando un gioco di riflessioni con gli inserti a specchio, per proseguire sul pavimento del primo piano. La scelta di Coem si basa, oltre che sulla qualità dei prodotti e sulla varietà di formati e colori, anche sull’impegno dell’azienda fondata negli anni ’70 a produrre in modo sempre più sostenibile, riducendo l’impatto ambientale, valorizzando le risorse umane e collaborando con gli interlocutori esterni.

Gres porcellanato, legno di rovere, rattan e bambù per lampade e arredi, tessuti con disegni geometrici bicolori di sapore sardo, bacchette con semicerchi in terracotta naturale per il fronte del banco bar arricchiscono il progetto di riferimenti. Questa abbondanza di materiali, forme e di dettagli genera un ambiente stimolante, uno spazio di festa.

D’altra parte, il Churrasco non è il cibo della festa?