Negli ultimi anni, molte aziende ceramiche italiane si sono dotate di impianti di cogenerazione energetica all’avanguardia, per migliorare l’efficientamento della manifattura, ridurre le emissioni di Co2 e gas serra nell’atmosfera.
I cogeneratori sfruttano l’aria calda che, dopo aver prodotto energia elettrica attraverso apposite turbine, viene inviata all’essiccatore.
La dotazione attuale consente all’industria ceramica italiana di generare oltre 58 mila GWh di elettricità e 36 mila GWh di calore all’anno.
Oggi in Emilia Romagna sono attivi ben 30 impianti di cogenerazione, che soddisfano gran parte del fabbisogno energetico della Ceramica Italiana e riducono i consumi di gas naturale.
In questo modo i cogeneratori contribuiscono alla transizione energetica del settore, perché diminuiscono l’utilizzo dei combustibili fossili e delle emissioni di carbonio.
Questo è in linea con la direttiva 2018/2022 della Commissione Europea, che mira alla riduzione del 32.5% dei consumi di energia primaria entro il 2030 e con il PNIEC – Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima, che ha fissato un target indicativo di riduzione dei consumi del 43%.