Le nuove sfide di transizione energetica introdotte dal Green Deal, volte alla neutralità climatica al 2050, prevedono una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 ed il raggiungimento della carbon neutrality entro il 2050. Obiettivo ambizioso che però deve fare i conti con la realtà.
Per i comparti industriali “hard to abate” come la ceramica, il percorso di transizione energetica necessita di un forte supporto istituzionale che accompagni lo sviluppo e l’applicabilità delle nuove tecnologie. Per quanto riguarda il settore ceramico, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente ha radici lontane e la curva di abbattimento delle emissioni al 2030 è attualmente condizionata dalla limitata applicabilità di alcune leve strategiche e dalla scarsa disponibilità dei combustibili “carbon free”. Per raggiungere i nuovi obiettivi sarà necessario adottare un portafoglio di tecnologie diverse, alcune delle quali, però, non sono ancora in una fase di reale utilizzo. Il gas naturale non potrà quindi essere sostituito nell’immediato e resterà per il settore il miglior combustibile per la transizione energetica.
Per l’industria della ceramica la leva strategica CCUS (Carbon Capture Usage and Storage, ovvero la cattura dell’anidride carbonica) potrà avere un’applicazione limitata, a causa delle basse concentrazioni di CO2 dei punti emissivi, così come l’elettrificazione che presenta una fattibilità ristretta all’interno del processo produttivo. Viene quindi individuata come leva prioritaria per il processo di transizione energetica al 2050 quella dei combustibili verdi, cioè la sostituzione del gas naturale con biogas/biometano o idrogeno (fino al 50% per non impattare la qualità del prodotto finito) utilizzando le attuali tecnologie.
Per rendere possibile tutto ciò, è necessario un intervento delle istituzioni attraverso un piano di fondi in grado di sostenere un’ampia attività di ricerca e sviluppo e di supportare l’implementazione di nuove tecnologie e nuovi vettori energetici. A questo vanno affiancati meccanismi di sostegno di soluzioni già previste, come ad esempio la cogenerazione.
Tutto questo è contenuto nella Ceramic Roadmap to 2050 (scarica qui il PDF), un documento di 70 pagine realizzato da Cerame-Unie, l’associazione europea dei produttori di ceramica, nel quale emerge il forte impegno di tutti i settori della ceramica (piastrelle, laterizi, ceramica sanitaria, stoviglieria, refrattari, ceramica tecnica, abrasivi e tubazioni in argilla) verso l’obiettivo della neutralità climatica e nel quale si dimostra il contributo determinante del materiale ceramico nella catena del valore dell’edilizia sostenibile.
Dicembre 2021