Il mercato delle costruzioni vira verso le opere pubbliche

Dopo un biennio trainato dalla riqualificazione, l’opportunità è ora il genio civile
Di Andrea Cusi

Il settore delle costruzioni in Italia ha vissuto nel 2021 un periodo di grande euforia a cui ha fatto seguito un 2022 ancora in crescita, ma con eventi imprevedibili come l’inflazione e il conflitto in Ucraina, che hanno complicato il quadro d’insieme. Le famiglie italiane hanno accumulato durante le fasi più critiche della pandemia una grande liquidità e l’esperienza dei lockdown ha generato inoltre una forte domanda di case e una maggiore attenzione agli spazi in cui viviamo. La casa è quindi “tornata di moda” e il cambiamento di politica economica europea, con Next Generation EU e PNRR, ha dato l’impulso per uno straordinario programma di investimenti, incentrati sulla modernizzazione di abitazioni e infrastrutture tramite ulteriori, nuovi, incentivi fiscali per la riqualificazione. Lorenzo Bellicini, direttore del CRESME, introduce questi elementi come punto di partenza della riflessione condivisa al 23° Convegno Nazionale Angaisa, lo scorso 30 novembre a Milano.

 

 

Il settore delle costruzioni ha quindi reagito alla pandemia con un’intensa e velocissima crescita, attestandosi nel 2022 su livelli prossimi ai picchi raggiunti alla fine del “sesto ciclo edilizio”, negli anni 2006/2007. L’espansione è stata sostenuta dalla riqualificazione residenziale, incentivata dai bonus fiscali. Tra questi, il Superbonus ha impattato in modo molto significativo sulla crescita economica del paese. Si stima infatti che abbia contribuito al 22% della crescita del PIL dell’anno scorso. Le dimensioni della crescita sono evidenti osservando anche il suo impatto sull’occupazione: a fronte di una flessione di addetti di 163.000 unità registrata nei servizi, nelle costruzioni si è osservato un aumento di 293.000 occupati. In termini di valore poi, secondo il Cresme, il settore è cresciuto di 110 miliardi di euro in due anni.

Cresme: investimenti in opere pubbliche

In uno scenario di grande incertezza, le attese per il 2023 ed i prossimi anni vedono un nuovo protagonista tra i comparti del mercato delle costruzioni. Ci si aspetta infatti che dall’anno in corso sarà il genio civile il segmento più dinamico, atteso in forte crescita sia nel nuovo (nell’ordine del 40%) che nella riqualificazione (circa il 10%), sostenuto dalle grandi risorse pubbliche disponibili e incentrato non solo su reti e infrastrutture, ma anche sull’edilizia. Dopo un biennio di grande crescita, la riqualificazione sembra invece avviarsi ad una fase di contrazione in seguito al ridimensionamento degli incentivi fiscali. Sarà però cruciale accompagnare questa flessione con un approccio graduale, garantendo un “atterraggio morbido”. Ci si aspetta poi che la grande onda degli interventi dell’anno 2022, non ancora completati, si protragga significativamente anche nel 2023.

Cresme: investimenti in costruzioni

Diverse sono le criticità e gli elementi di preoccupazione, come i cassetti fiscali pieni delle imprese e i numerosi rischi legati all’inflazione, che incide sulla propensione al risparmio e sulla capacità di spesa delle famiglie. La dinamica del settore è inoltre caratterizzata da un alternarsi di fasi di spesa e di accumulo e, avendo appena raggiunto un picco di investimenti molto alto, ci si aspetta ora una nuova fase di accumulo.

Tra gli elementi positivi invece va sottolineata la grande disponibilità di risorse pubbliche e l’accorciamento dei tempi di aggiudicazione delle gare e dei pagamenti delle opere pubbliche. Inoltre le città italiane sembrano essere pronte per un processo di rigenerazione urbana, determinato non solo da investimenti ma anche da una nuova consapevolezza culturale. La sfida più importante – conclude Bellicini – sarà quella della sostenibilità e della digitalizzazione, fattori indispensabili per la sopravvivenza del settore nel prossimo decennio.

 

Marzo 2023

Cer Magazine Italia 58 | 03.2023
Eco Design