I rifiuti in materiali ceramici prodotti dalle attività di costruzione e demolizione non comportano rischi per la salute e sono idonei a essere riutilizzati per nuovi progetti edili. Il decreto 27 settembre 2022 n. 152 emanato dal Ministero della Transizione Ecologica detta le modalità e i parametri del recupero che si inseriscono nelle iniziative a sostegno dell’economia circolare.
Nuovi studi nel campo dello sviluppo sostenibile dimostrano che l’impronta ambientale di un edificio può essere notevolmente ridotta impiegando le risorse in modo più efficiente durante il suo intero ciclo di vita; per questo, il settore edile deve adottare politiche sempre più innovative, come il riciclo dei materiali, per crescere in qualità e tenere sotto controllo i costi economici e ambientali.
La Proposta di Piano per la Transizione Economica e i Criteri Ambientali Minimi hanno introdotto alcune novità, seguendo le più recenti direttive europee.
Ogni decisione in materia di edilizia sostenibile deve basarsi su una Valutazione del Ciclo di Vita dell’edificio (Life Cycle Assessment, LCA), che prende in esame i singoli casi e considera condizioni locali specifiche come la disponibilità di materie prime del territorio, i mix energetici nazionali e le tecnologie di demolizione e smaltimento adottabili.
La scelta di prodotti resistenti, come quelli in Ceramica Italiana, garantisce edifici durevoli che ammortizzano i costi ambientali ed economici grazie a interventi di riparazione e sostituzione meno frequenti. Il loro impiego comporta inoltre una riduzione dei consumi delle materie prime e delle energie associate alla loro trasformazione e produzione.
L’obiettivo dell’LCA è supportare processi decisionali di questo tipo e guidare il team di progetto verso una selezione dei materiali più consapevole.
L’impatto ambientale dei materiali utilizzati nelle nuove costruzioni è pari al 30-50% del totale; per questo è importante incentivare il riciclo dei rifiuti da Costruzione e Demolizione (C&D), che aiutano a ridurre significativamente l’impronta di CO2.
Le pressioni delle politiche EU e l’innovazione tecnologica hanno permesso di sviluppare nuovi materiali a partire dai rifiuti inerti recuperati da vecchi edifici.
La fine della vita di un edificio ha un peso importante nella riduzione dell’impronta ecologica; considerare e valutare in anticipo gli effetti della EOL (End Of Life) può influenzare le emissioni complessive dei fabbricati.
Il trattamento dei rifiuti C&D, ad esempio, può variare sia a livello nazionale che locale; ogni indicazione generica sull’utilizzo dei rifiuti di demolizione, non sostenuta da una precedente valutazione, risulta fuorviante.
Sono definiti recuperabili i rifiuti inerti derivanti dalle attività di scavo, costruzione e demolizione, classificati come non pericolosi. Si tratta di materiali di origine minerale o altri come cemento, mattoni, mattonelle, ceramiche, miscele bituminose prive di catrame, terre e rocce da scavo, pietrisco ecc…
Questo tipo di rifiuti non subisce nessuna variazione nel tempo e non rappresenta alcun rischio per l’ambiente o per la salute.
Il decreto firmato dal Ministero della Transizione Ecologica definisce le condizioni di sicurezza che consentono di riutilizzare i materiali derivanti dalle demolizioni per nuove costruzioni.
Le normative fissano inoltre le concentrazioni limite degli elementi potenzialmente pericolosi che possono essere contenuti nei rifiuti di demolizione e prevede test specifici per accertare la loro composizione.
I materiali recuperati dalle attività di C&D possono essere riutilizzati per la realizzazione di:
Il riutilizzo dei materiali è soggetto alla marcatura di conformità CE. Il loro impiego in nuove costruzioni non deve infatti costituire una potenziale fonte di contaminazione per il suolo, il sottosuolo e le falde acquifere.
Il decreto prevede un modello di dichiarazione di conformità che i produttori devono compilare per attestare le caratteristiche del materiale recuperato e che deve essere conservato per 5 anni. Per ogni lotto aggregato sono previsti 29 parametri ai quali dovrà dimostrarsi conforme.
Lo smaltimento dei rifiuti inerti deve avvenire conferendoli in apposite discariche o in siti specializzati nel loro recupero. La messa in funzione di impianti per il trattamento di rifiuti edili è prevista per maggio 2023.
La responsabilità dello smaltimento dei materiali ricade sul produttore che deve impegnarsi per trattarli in modo corretto e conforme al decreto.
Gli standard imposti dalle commissioni tecniche europee per la progettazione, misurazione e verifica della sostenibilità dei materiali edilizi sono ampiamente soddisfatti dai prodotti della Ceramica Italiana. I programmi di attuazione e certificazione dell’edilizia sostenibile hanno incentivato il loro utilizzo in quanto materiali duraturi, resistenti e facilmente recuperabili.
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