Gianni Berengo Gardin mostra “le linee veloci” di Marazzi
Presentata da Marazzi Group, è attualmente esposta negli spazi delle Sale della Musica, degli Incanti e dei Sogni del Palazzo Ducale di Sassuolo – Gallerie Estensi (Modena), fino al 31 dicembre 2024, la mostra Gianni Berengo Gardin. Marazzi, le linee veloci, a cura di Alessandra Mauro. Realizzata in collaborazione con Gallerie Estensi, Contrasto, Fondazione Forma per la Fotografia e Archivio Gianni Berengo Gardin, l’esposizione celebra il 50° anniversario del brevetto della monocottura rapida presentando un prezioso corpus fotografico realizzato da Gianni Berengo Gardin per l’azienda, lontano non solo dalla fotografia di documentazione tradizionale ma quasi unico nella storia del grande fotografo.
Era il 1974 quando Marazzi, azienda leader nel settore della produzione ceramica, inventava la monocottura rapida, rivoluzionario brevetto tecnologico che cambiò per sempre il processo di produzione delle piastrelle. Per documentare questo salto tecnologico, fondamentale non solo per l’azienda ma per l’intero settore, tre anni dopo il fotografo Gianni Berengo Gardin viene invitato a realizzare una documentazione di queste nuove linee produttive.
Il fotografo si trova immerso in un ambiente pulito, efficiente, dal sapore internazionale, di cui lo affascina soprattutto la velocità produttiva e quel nastro trasportatore dove colori, forme, disegni sembrano mescolarsi in un vortice: il soggetto del progetto diventa dunque quasi subito per lui il ritmo colorato della produzione, molto diverso da altri contesti industriali in cui aveva operato.
Gianni Berengo Gardin. Marazzi, le linee veloci presenta per la prima volta una selezione di 42 opere tratte da questa serie unica, in cui spicca non soltanto l’uso del colore, così raro nella produzione del fotografo, ma anche un altro elemento inaspettato. Come afferma la curatrice
Alessandra Mauro, Berengo Gardin in questa serie fotografica “abbandona la giusta distanza del fotografo sociale, quella che da sempre lui utilizza per ritrarre le persone, si avvicina agli ingranaggi e realizza una serie di visioni macro per un racconto quasi astratto fatto di elementi isolati, di forme dinamiche, di strisce di colore che girano e si perdono, di mani sapienti che si muovono sui nastri. (…) Con questo corpus di immagini realizzato per Marazzi, l’autore dimostra non solo di riuscire a muoversi come sempre con attenzione esatta e sottile poesia, ma di riuscire anche a fermare, in tanti frammenti di secondo, il tempo colorato e veloce del lavoro che cambia.”
Le immagini realizzate da Berengo Gardin diventano così tasselli di un affresco fotografico che prende forma all’interno dello spazio del lavoro: uno spazio che da concreto diventa a sua volta astratto, all’interno del quale si muove, in un flusso dinamico, un carosello incalzante, una danza di colori e di forme.