L’edificio protagonista di questa storia si trova nel quartiere Gorla, nella Milano di nord-est. Gorla che fino al 1923 costituì, in connubio con Precotto, un comune a sé, si era costruita dalla seconda metà dell’800 in avanti l’immagine di un borgo suburbano dedito all’industria e all’artigianato. Sorsero qui grandi opifici e una fitta maglia di laboratori disseminati nei cortili delle case. Un luogo, noto come la Piccola Parigi, affaccendato e popolare dove tuttavia non mancavano le ville di delizia dei ricchi milanesi né un piccolo paradiso verde, il bellissimo Parco di Villa Finzi. Le ripetute crisi industriali e le conseguenti chiusure e delocalizzazioni delle fabbriche hanno grandemente ridimensionato questo fascinoso contrasto operaio-alto borghese del quartiere, sopravvissuto e addirittura potenziatosi quasi esclusivamente lungo le sponde del Naviglio Martesana che lo taglia in due. Altrove vige una confusa, banalizzante commistione di tendenze edilizie che vieppiù si sente la necessità di risanare per ridare alla zona un’identità antropologica e anche architettonica ben definite. A questo intento contribuisce in misura rilevante il palazzo residenziale che in via Asiago 91 ha progettato e realizzato l’ingegnere Simone Dominoni con il suo studio. Ultimato nel 2023, comprende venti appartamenti di tagli differenti e si sviluppa su otto livelli: il piano interrato, dove sono il garage e i locali comuni/tecnici, il piano terra, che ospita una palestra condominiale e i porticati per ricoverare le biciclette, e quindi sei piani per le abitazioni. Spiega Dominoni: “Nonostante l’edificio sia stato realizzato ex-novo, non pochi sono stati i vincoli planimetrici imposti dal Comune, compreso l’allineamento del fronte con i fabbricati adiacenti. Di necessità abbiamo così ideato una cortina muraria piuttosto compatta, ma con l’alternanza di balconi rientranti e a filo, e con il gioco delle altezze differenti dei tre corpi di fabbrica che la compongono, il complesso risulta comunque variato e mosso, piacevole a vedersi”.
Grande attenzione è stata data agli aspetti energetici e di ecosostenibilità, mirando sempre a combinarli con il risultato estetico perché, come sostiene Mario Cucinella, “la bellezza può essere sostenibile”. Per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio si è ricorsi, tranne che al piano terra, dove è meno necessaria la coibentazione, e nei terrazzi degli attici, alla soluzione della facciata ventilata finita con lastre in grès porcellanato della serie effetto cemento Clays di Marazzi nel colore Sand e formato 60×120 cm. Per accentare la presenza dei balconi che rientrano rispetto al filo delle facciate – salvo quelli che danno sul cortile – i marcapiani sono stati poi evidenziati mediante l’impiego di piastrelle in grès porcellanato della serie effetto cemento Mineral, colore Iron, formato 60×120 cm, sempre di Marazzi. Una scelta, osserva Dominoni, “che aiuta a movimentare ulteriormente l’estetica della facciata aggiungendovi un contrasto cromatico. A completamento dei balconi, abbiamo posto dei frangisole fissi, posizionati su alcune porzioni degli stessi. La copertura piana è realizzata a lastrico solare e utilizzata per ospitare le unità esterne degli impianti comuni, i vari macchinari tecnici e, restando in tema di efficienza energetica e sostenibilità ambientale, i pannelli fotovoltaici e solari atti a produrre elettricità e acqua calda. Per concludere va osservato che forme moderne, pulite, con pochi ombreggiamenti, assenza di gronde e di aggetti del tetto come in questo caso, necessitano di materiali più efficienti e durevoli. Di qui il largo impiego del grès porcellanato che garantisce maggiore durata e minor manutenzione, nonché il rispetto delle severe normative antincendio in tema di facciate ventilate”.